
Tra parole e immagini, il racconto di un viaggio durato 50 anni.
Era il luglio del 1969 quando Adriano Zecca, allora 24enne, scriveva queste brevi note di campo sul suo quaderno di viaggio, a memoria di un’incredibile avventura in uno dei luoghi più misteriosi e meno conosciuti della terra. Quell’esperienza straordinaria, a contatto con una popolazione indigena quasi del tutto incontaminata, avrebbe segnato anche l’inizio della sua attività come documentarista.
Nel luglio del 2019, dopo mezzo secolo di viaggi, reportage e documentari, a conclusione di una carriera che lo ha portato negli angoli più remoti del mondo, Adriano Zecca è tornato su quella lontana isola per realizzare il suo ultimo documentario.
Lo ha fatto portando con sé l’intera famiglia: sua moglie Magda, pittrice spagnola, e i due figli Eloy e Raúl che, in modi diversi, ne hanno seguito le orme: il primo nel mondo del cinema e il secondo come antropologo.
Il documentario di cui mostrerà alcuni spezzoni e una selezione fotografica è il racconto di un emozionante ritorno e l’occasione per il bilancio esistenziale di un’intera vita spesa nel segno dell’avventura.