Fili che connettono il mondo

Le mille ragnatele che avvolgono il pianeta ci connettono in ogni istante a più livelli. Possiamo telefonare camminando o guidando, mandare messaggi mentre viaggiamo in treno o in autobus, fare acquisti on line mobilitando beni e servizi e contemporaneamente consumando energia, che ci arriva anch’essa tramite una rete.

Il nostro quotidiano è attraversato da innumerevoli flussi, reti infrastrutturali si intrecciano davanti ai nostri occhi e sotto i nostri piedi, mentre sopra la nostra testa si sovrappongono le scie degli aerei. 

Sentieri, tratturi, mulattiere e carrarecce antiche di millenni vengono ancora oggi calcate da camminatori in cerca della lentezza atavica e del distacco dall’hic et nunc della contemporaneità.

I grandi imperi del passato, romano, cinese, inca o britannico, si reggevano su reti e infrastrutture terrestri e marittime complesse e capillari.

L’evoluzione dei trasporti ha accorciato incredibilmente le distanze, in termini di spazio-tempo e spazio-costo, cambiando le relazioni tra le comunità: eppure ritmi e velocità diverse coesistono nel presente, in meravigliosa contraddizione: il treno a levitazione magnetica, che impiega 8 minuti per i 30 chilometri tra l’aeroporto di Pudong e Shanghai, passa a pochi chilometri dalle chiatte che scorrono pigramente sul Gran Canale che dal VII secolo unisce Pechino ad Hangzhou.

La moltitudine di reti esistente – dai trasporti alla distribuzione, dalle telecomunicazioni al web – ha creato una densità di relazioni senza precedenti nella storia umana, così come mai viste finora sono le sfide che tale complessità ci pone. Sfide che riguardano la disuguaglianza, (ad es. il digital divide tra territori e comunità) la trasformazione delle coordinate spazio-temporali, l’accesso alle risorse, la qualità stessa delle relazioni sociali ed economiche.

Il prossimo Festival delle geografie affronterà questo scenario senza pretese di esaustività, ma facendo alcune scelte ben precise. Anzitutto ci occuperemo delle reti di trasporto e comunicazione del nostro territorio, che vanno a influenzare più direttamente le nostre scelte di mobilità, per evidenziare potenzialità e criticità delle reti ferroviarie e stradali dell’area metropolitana milanese e della Brianza.

Un secondo focus sarà sulle tendenze dell’evoluzione infrastrutturale a livello globale, cogliendone le caratteristiche tecniche e le implicazioni economiche geopolitiche e ambientali. Stanno cambiando i passaggi chiave del commercio marittimo, con gli allargamenti dei canali di Suez e Panama o l’apertura di nuove rotte artiche.

Si stanno tracciando migliaia e migliaia di chilometri di itinerari intercontinentali terrestri, come la Nuova via della seta. Si stanno elaborando le strategie di investimento infrastrutturale a tutti i livelli, come quella prevista dal recente Global Gateway dell’Unione Europea. 

Intanto, dopo la pandemia il trasporto aereo è sottoposto a trasformazioni strutturali con la nascita di nuovi hub, l’innovazione tecnologica delle flotte, la sfida della decarbonizzazione, la crisi di molte compagnie e la forte competizione globale; i condotti energetici creano legami vincolanti tra territori mentre sono sempre più spesso la posta in gioco dei conflitti più cruenti…. così che sempre nuovi ne vengono progettati.

Processi e progetti grandiosi, che a volte restano sulla carta, a volte vengono realizzati solo parzialmente, a volte sono economicamente inutili o addirittura dannosi, spesso sono discussi per decenni per i loro devastanti impatti ambientali; eppure continuano ad affascinare perché dimostrano in modo eclatante la capacità umana di agire sul pianeta, il rinnovarsi continuo dello spirito prometeico.

Un terzo approccio, inscindibile dagli altri ma ben distinto, riguarderà i cambiamenti nel nostro modo di spostarci e viaggiare. Migranti, rifugiati, nomadi, nomadi digitali, pendolari, turisti, viaggiatori, creiamo con i nostri percorsi infinite e mutevoli geometrie che cercheremo di raccontare attraverso le esperienze di osservatori significativi.

Cercheremo come sempre di unire alla dimensione analitica e narrativa dei processi in corso il confronto critico e stimolante tra saperi e competenze diversi, ricordando sempre che la geografia è una disciplina “ponte” tra di essi, e che i ponti sono le infrastrutture più belle di sempre, simbolo di ciò che unisce, supera, connette.


le foto nella pagina sono di: johannes plenio da Pexels – john barkiple da unsplash – pexels pixabay (anche in copertina) -rolands varsbergs da unsplash – deva darshan da pexels