mostra fotografica: “ON A GAGNE’” di Francesco Bellina [agenzia CESURA LAB]
Il 28 agosto 2019, nelle prime ore dell’alba, a 70 miglia da Misurata, l’organizzazione “Mediterranea” – grazie alla sua nave Mare Jonio – ha salvato 98 naufraghi di cui 22 bambini sotto i 10 anni, 6 minori non accompagnati e 8 donne incinte.
La maggior parte di loro ha subito torture e vessazioni, nonché schiavitù nei ghetti libici. I migranti hanno viaggiato per due notti e hanno segnalato problemi al motore. Quando il gommone ha iniziato a sgonfiarsi, 6 persone hanno perso la vita.
Questo caso si è verificato nel bel mezzo della crisi del primo governo Conte. L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, secondo il “decreto sicurezza bis”, ha rifiutato di far entrare la nave di soccorso nelle acque italiane, lasciando la nave Mare Jonio arenata per giorni a 15 miglia da Lampedusa, in condizioni meteorologiche pessime.
Il 29 agosto la Guardia costiera ha trasbordato 64 persone, per lo più donne incinte e bambini. Il trasbordo veniva effettuato in mare aperto, di notte con onde alte con alto rischio di caduta in mare, motivo per cui è già stato ribattezzato “il trasbordo della vergogna”. La nave Mare Jonio ha trascorso altri 6 giorni con a bordo altri 34 migranti, in pessime condizioni igienico-sanitarie, senza acqua corrente.
“Fratelli e sorelle, on a gagne‘”. Dopo più di 6 giorni, queste le parole pronunciate da Luca Casarini, capo missione di questo soccorso, rompendo finalmente il silenzio e la lunga attesa. Le ultime 34 persone rimaste a bordo del Mare Jonio hanno finalmente potuto raggiungere la terraferma. Tuttavia, le autorità non hanno mai assegnato un luogo sicuro.
Una volta a Lampedusa, la nave Mare Jonio è stata sequestrata dalle autorità e l’Organizzazione Mediterranea ha inflitto una multa di 300.000 €.
La mostra è in esposizione dal 15 al 19 settembre in sala mostre