La riflessione geografica di Mauro Varotto sulla montagna è innovativa, perché permette una comprensione complessa e integrata che supera le immagini stereotipate e banalizzanti funzionali all’attuale sfruttamento economico e turistico.

La sua osservazione infatti si concentra sulle “montagne di mezzo” intese come mondi dotati di una loro identità culturale e dinamismo, luoghi di scambio e transito, laboratori di modelli produttivi e insediativi originali, sedimentati nel tempo ma capaci potenzialmente di evolversi nel senso della sostenibilità ambientale e sociale.

Nella sua ricerca pluridecennale, Varotto ha analizzato criticamente i processi profondi e di lungo periodo che hanno portato alla marginalizzazione, all’abbandono , allo sfruttamento e al degrado di questi territori, mettendone in luce le dimensioni demografiche, agronomiche, ecologiche.

Non si ferma, tuttavia, all’analisi della crisi, ma individua nuove dinamiche di ritorno alla montagna che permettono di recuperarne la centralità e il valore ambientale e culturale. Le condizioni che rendono possibile il riscatto della montagna intermedia – e non solo-  sono, secondo Varotto, una volontà autentica di prendersi cura del patrimonio montano, di ri-abitarlo in modo da recuperare in modo integrato, autonomo e solidale le sue molteplici potenzialità e funzioni; una visione che Varotto sa declinare in concrete strategie di azione territoriale, che potrebbero auspicabilmente realizzarsi nel futuro prossimo.

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