Dalla rotta alpina italo-francese al confine turco-iraniano, Maurizio Pagliassotti, un brillante scrittore dalla penna acuminata, affronta un viaggio lungo seimila chilometri, in parte a piedi, alla scoperta dell’altro fronte di guerra interno, tra Europa e Asia minore: quello contro i migranti.
Su questi temi si confronterà con Daniele Biella, giornalista, referente di progetti educativi e di formazione nelle scuole e sul territorio giocando la carta dell’accoglienza e dell’integrazione.
Maurizio Pagliassotti, scrittore e reporter, ha percorso 6000 km, in parte a piedi, dalla rotta alpina italo-francese al confine turco-iraniano, lungo le rotte balcaniche.
Un progetto coraggioso di chi si è fatto migrante fra i migranti, trafficante fra i trafficanti, anarchico fra gli anarchici per raccontare l’altra guerra europea: quella combattuta contro persone che cercano un futuro senza guerre, senza povertà, senza terrorismo.
Sarebbe un viaggio bellissimo, da consigliare a chi ama davvero viaggiare, se l’incontro con gli invisibili non diventasse una sequenza di orrori, di disumanità.
Oltre Trieste, dove Lorena Fornasir e Gianfranco Franco danno un senso alla parola umanità, rammendando i piedi di chi arriva dalla rotta balcanica, inizia l’esternalizzazione dei confini europei, la gestione – ben pagata – dei respingimenti dei migranti, violenza e ferocia inclusi.
Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Montenegro, Kosovo, Macedonia e Grecia, Turchia: sono i Paesi attraversati fino al confine turco-iraniiano dove l’autore decide di fermarsi e tornare. La sensazione di pericolo ha superato il livello di guardia.
Perché Pagliassotti ha fatto questo viaggio? Per professione certo ma anche mosso dal desiderio di comunicare la realtà dura, quasi senza speranza, di un mondo che sta facendo la guerra ai poveri, ai “migranti”.
Raccontare per andare oltre gli stereotipi e arrivare alla testa e al cuore degli europei, per poter affrontare in modo più ordinato, più pragmatico, meno feroce il tema delle migrazioni, non più come grimaldello per alimentare paure che generano consenso ma come costruzione di soluzioni dinamiche ai problemi della convivenza fra persone. E’ possibile farlo?
Una domanda che condividerà con Daniele Biella, che di accoglienza ai migranti si è occupato con esperienze dirette sulle navi di salvataggio nel Mediterraneo e lo fa tutti i giorni come referente di progetti educativi e di formazione nelle scuole e nel territorio.
Cosa succede a chi ce la fa, a chi passa la frontiera, a chi scampa al naufragio? Cosa si aspettano, cosa li attende, quali strumenti giuridici ed economici l’Europa e il nostro paese in particolare, mette a disposizione di chi si occupa della loro accoglienza?
Le esperienze e le riflessioni di Biella saranno oggetto del confronto con Pagliassotti e verranno condivise con il pubblico del festival.
La registrazione dell’evento
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La foto di copertina è di Ahmed akacha da Pexels