Parlare di Antropocene e Capitalocene da un punto di vista geografico, pensando cioè sia al vasto mondo globale che ai microcosmi locali e alle dimensioni intermedie di regioni e continenti, ci porta ad affrontare tutta una serie di questioni aperte sul presente e sul futuro, a cercare di individuare opportunità ma anche sfide, rischi e criticità che già si stanno delineando nella contemporaneità. A seconda che si scelga la parola “Antropocene” (che privilegia una lettura di analisi dei rapporti tra individui e natura e di una ridefinizione di questa dualità nel presente) o “Capitalocene” (che privilegia invece una lettura per la quale i sistemi politico-economici avvallano da alcuni decenni la voracità con la quale oggi si consumano suoli, risorse, patrimoni e altro ancora) lo sguardo della geografia è portato scientificamente a focalizzarsi sulle continuità e discontinuità della contemporaneità e sugli scenari futuri che potrebbero delinearsi.
Dino Gavinelli in questa conferenza – preparata appositamente per aprire i lavori della quarta edizione de “Il Libro del Mondo” – punterà a definire, dai due punti di vista sopra accennati, i contorni polisemici ed eterogenei delle narrazioni oggi dominanti con le quali si cerca di collocare il posto e l’azione della specie umana all’interno di spazi, ambienti e territori.
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