
Il ghiaccio è un mondo a sè, vario, bello e mutevole, drammaticamente fragile nell’era di Antropocene e del cambiamento climatico. E’ la narrazione di Enrico Camanni che oscilla tra il gigantesco e il microscopico, dalle immense terre boreali ai minuscoli cristalli di neve, fra la natura e la storia.
Ghiaccio: una prospettiva da cui guardare la storia della Terra e dei suoi abitanti, attraverso i pionieri della ghiacciologia, gli esploratori, gli alpinisti del secolo scorso, i soldati della Grande Guerra divisi da confini insanguinati, i popoli della montagna e dell’Artico, fino ai forzati dello sci e della neve “on demand”.
Ghiaccio resistente, mutevole e sfuggente: la qualità e la varietà non dipendono dalla dimensione dell’oggetto ma dalla temperatura e dall’umidità che lo generano. Le figure e le trasparenze della materia congelata, le fantasie, i colori, perfino i suoni, sono presenti sia nelle sconfinate lande polari sia nelle micro formazioni architettate dal gelo, che in natura si manifesta in forma di ghiaccio, neve, brina, galaverna, gelicidio e calabrosa.
A ogni variante corrisponde una gamma di paesaggi diversi in base alla temperatura e all’umidità, ma anche all’insolazione, alla latitudine, all’influenza del vento e, non ultima, all’azione umana. Un’azione che sembra non avere limiti e da cui anche i ghiacciai si ritirano.
Fra storia, leggende, biografie di esploratori e alpinisti l’autore ci trascina in un racconto emozionante fra incanto e caducità.
Di questo e di quanto gli spazi aperti e senza confini apparenti lo abbiano sempre affascinato ci parla Enrico Camanni.