Accompagnati dalle parole e dalle immagini di Alfio Sironi e dalle letture di Patrizia Biella affronteremo un rutilante viaggio che ci porterà (esclusivamente in maršrutka) ai quattro angoli del Caucaso meridionale.
Esploreremo Baku e il deserto fuori città, dove qui e là nella sabbia affiorano laghi neri di acqua e petrolio, passeremo un paio di giorni tra i pastori dell’Alto Caucaso azero, dove per strada si sentono lingue parlate ormai da qualche centinaio di persone, andremo alla frontiera tra Azerbaigian e Georgia, dove è in corso la “disputa dei cartografi” per stabilire dove davvero passi il confine tra i due paesi.
Faremo una sosta a casa di Stalin, a Gori, dove il fun club del dittatore sovietico è ancora nutrito, ci siederemo a tavola nel Kakheti, la “Toscana di Georgia“, insieme al Tamada, il maestro di cerimonia, e ci metteremo alla prova con infiniti brindisi a base di vini georgiani.
Ci caleremo in un pozzo alle pendici dell’Ararat dove è “nata” l’Armenia.
E poi altre tappe ancora, alla fine, unendo i puntini sulla mappa, forse, salterà fuori uno dei tanti possibili volti del Caucaso, un terra che tra le sue vette impervie racchiude una meravigliosa complessità.
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