In attesa dell’evento al Festival delle Geografie (qui il link) Martina Stabile e Sara Caperchi intervistano Chiara Todesco.
Chiara Todesco, giornalista con gli scii ai piedi, collaboratrice de La Stampa, con il libro “Calore di lana e profumo di resina” presenta 13 donne che hanno scelto la montagna come ragione, professione o luogo di vita, battendosi contro i pregiudizi che le donne non possono viaggiare da sole oppure essere a capo di un ente.
In quest’intervista ci spiega, in particolare, il significato profondo del libro, partendo dal titolo per poi passare alla presenza delle donne in montagna.
Il libro che presenti al festival è “Calore di lana, profumo di resina”: per quale motivo hai scelto un titolo così particolare?
Il titolo riprende degli elementi che si ritrovano all’interno del libro, nelle vite delle protagoniste e nel loro lavoro: donne che hanno a che fare con la natura, gli animali, le pecore, il bosco, il legno.
È un titolo poetico che si completa con il suo sottotitolo che è “La montagna delle donne”.
Parlando con diversi altri protagonisti del festival abbiamo notato che la montagna viene spesso definita come “marginale”: perché, quindi, preferire la montagna alla città come luogo in cui vivere, e poi forse di conseguenza lavorare?
Non parlerei proprio di montagna “marginale”. In questi ultimi anni, e soprattutto dopo la pandemia, la montagna ha conosciuto un nuovo “boom” turistico, anche troppo per alcuni versi. La gente ricerca sempre più spazi aperti, contatto con la natura, attività outdoor e sensazioni genuine. E per questo in questi ultimi anni sono sempre più le persone che decidono di fare un cambio di vita: allontanarsi dalla città e vivere e lavorare in montagna.
Quali sono i principali pregiudizi e leggi che fanno sì che la presenza delle donne, in un certo ambiente come quello della montagna, sia vista come “strana/anomala/fuori dal normale”?
Più che la montagna è l’ambiente alpinistico che è sempre stato un po’ “maschile e maschilista”: questo a detta proprio dalle protagoniste del mio primo libro “Le Signore delle cime – Storie di guide alpine al femminile”.
Le guide alpine donna in Italia sono ancora un numero esiguo; molti pregiudizi sono stati sconfitti ma c’è comunque ancora strada da fare. In fondo, come ha detto qualcuna di loro “non esistono guide donne o uomo, esistono le guide alpine. E un unico grande amore: la montagna”.
Anche le protagoniste del mio ultimo libro, questo che presentiamo al Festival delle Geografie, hanno sicuramente dovuto lottare e combattere, come raccontano loro stesse: che ci fa una donna a gestire un rifugio? Come mai una donna va sola a spasso per il mondo? Cosa ci fa una donna a capo di un’azienda che per secoli era solo a gestione maschile? Queste sono solo alcune delle questioni a cui loro, con tenacia, impegno e passione, hanno saputo dare una riposta. E zittire tutti.
Tenendo in considerazione le donne protagoniste del libro e le esperienze da loro vissute e raccontate, si può dire ci siano stati dei miglioramenti nella reputazione della donna all’interno della società montanara tra gli ultimi decenni del ‘900 e oggi?
Si, sicuramente per fortuna sì. La donna ora viene riconosciuta parte integrante della montagna e della comunità montana, anche se lo è sempre stata.
A partire dalle alpiniste, che hanno avuto il loro riconoscimento già da tempo fino alle professioniste che scelgono un lavoro in montagna, di montagna e per la montagna, ora le cose sono cambiate, anche se le difficoltà restano, ma questo vale in montagna come in città.
Possiamo citare le parole di Lorella Franceschini (ex Vice Presidente Generale del Club Alpino Italiano) che nella prefazione al mio libro sulle guide aveva proprio scritto: “E oggi ci si potrebbe chiedere se ha ancora senso parlare di una “questione femminile” nell’alpinismo e se non sia discriminatorio e anacronistico trattare di donne e montagna. In realtà c’è ancora tanto da dire e da scrivere, se non altro per ricordare quanto lungo e difficile è stato il cammino e per dare la tanto meritata visibilità a chi per tanto tempo è rimasto nell’ombra”.
Arrivederci a domenica 22 settembre alle 15.30 al Festival delle Geografie all’Evento Le Signore delle Cime alla presenza di Chiara Todesco, Silvana Stefanelli e Serena Fait.
la foto di copertina è di Tembela Bohle da pexels