Nel 2018 gli arrivi “turistici” a livello mondiale sono cresciuti del 6%, raggiungendo 1,4 miliardi di persone, (in anticipo di due anni rispetto alle previsioni dell’Organizzazione Mondiale del Turismo creata dall’ONU). Partivamo da 525 milioni nel 1995, arriveremo a 1,8 miliardi nel 2030.
Il turismo è diventato uno dei motori principali della crescita mondiale. Nuovi paesi portano i turisti in giro per il mondo e nuovi paesi si trasformano in destinazione turistiche.
Ma la concentrazione di questi arrivi è assai alta: per esempio oltre la metà sono nella “piccola Europa“.
Ciò produce un impatto spesso negativo su luoghi e persone e sull’ambiente: centri storici svuotati dai residenti a favore dell’affitto breve ai turisti, rifiuti e distruzione di ecosistemi, modifica delle tradizioni e dell’anima locale a favore di un’omologazione di marchi, cibi, comportamenti, impossibilità di visitare monumenti o luoghi “brand” del turismo internazionale.
Ciò vale per la Sagrada Familia, i templi di Angkor in Cambogia, l’Himalaya così come per Venezia o Ponte Vecchio a Firenze.
Eppure, a volte, basterebbe svoltare l’angolo rispetto ai percorsi codificati dall’offerta pre-confezionata, dalle escursioni tutte uguali, da quel “fast tourism” che sembra fatto apposta per i collezionisti di selfie e souvenir.
La suggestione di un lettura, di un film, di una musica, di una passione o la curiosità per un cibo da assaggiare possono permetterci di fare tutto un altro viaggio. Questo a livello individuale. E a livello di sistema turistico? La sostenibilità, il viaggio slow, il rispetto per l’ambiente sono parole entrate anche nel lessico dell’offerta turistica organizzata. Ma non basta.
Molte amministrazioni pubbliche stanno reagendo ponendo limiti, introducendo tasse di ingresso (da ultimo Edimburgo) o limitando gli ingressi, chiudendo spiagge troppo affollate come in Thailandia. Soprattutto mettendo in discussione il ruolo delle multinazionali della sharing economy che fanno affari nei paradisi locali ma pagano le tasse nei paradisi fiscali.
Come possiamo recuperare il valore del viaggiare seppur da turisti, lasciando ancora uno spazio al piacere della sorpresa e di qualche piccola scoperta?
Anche su ciò dialogheremo con Anna Maspero, Venerdì 20 settembre alle ore 19 nel contesto del Festival delle Geografie di Villasanta. Con lei e il suo “Il Mondo nelle Mani” apriremo il Libro del Mondo