Produce il 20% dell’ossigeno del mondo e da oltre 2 settimane brucia. La barriera più importante contro il riscaldamento climatico, l’Amazzonia, è in fiamme. 72.000 incendi da gennaio, quasi 10.000 nell’ultima settimana con un incremento dell’80% rispetto allo scorso anno.
Ne parleremo con Flavio Galbiati, meteorologo, che interverrà all’evento Avviso ai terrestri ! Domenica 22 settembre alle ore 16.00 in Villa Camperio a Villasanta nell’ambito del Festival delle Geografie.
Incendi che dal Brasile arrivano in Bolivia e che producono un fumo tale da oscurare il cielo di San Paolo, sono stati sottoposti ad un gigantesco black out informativo che ha reso invisibile, fino a pochi giorni fa, uno degli eventi più catastrofici della storia recente del pianeta.
A Gran Canaria l’8% del territorio è stato devastato da un incendio che ha danneggiato anche una delle aree verde più importanti dell’isola, il parco naturale di Tamadaba. In Grecia gli incendi devastanti sono una costante degli ultimi anni e a ferragosto 2019 l’isola di Eubea è stata avvolta dalle fiamme per 3 giorni consecutivi.
Ogni anno nella taiga siberiana si verificano incendi nelle zone controllate, ma le fiamme dell’estate 2019 non hanno precedenti e hanno un effetto collaterale allarmante: la produzione di black carbon, particelle nere che rischiano di depositarsi sul ghiaccio artico riducendone l’albedo – il suo potere riflettente – facilitando così l’assorbimento di calore e contribuendo al riscaldamento globale.
Altrove nell’estate 2019 l’acqua ha creato situazioni altrettanto devastanti. Monsoni, cicloni e inondazioni, violente piogge anche fuori stagione hanno colpito, con diversi gradi di drammaticità, India, Nepal, Bangladesh, Giappone, Cina, Sudafrica, Mozambico, Malawi, Zimbabwe. Nel mese di luglio gli abitanti del Mississipi e, in particolare gli agricoltori, hanno subito inondazioni inedite, per portata e durata.
Eventi naturali estremizzati dall’azione umana. Lontani ma sempre più vicini a noi.
Quando agli acquazzoni estivi si sostituiscono tornado in grado di divellere tetti, eradicare alberi, generare allerte-inondazioni di piccoli fiumi, il pianeta, resiliente “per natura” probabilmente si adatterà. Forse lo farà senza di noi. Gli avvisi ai terrestri sono stati e sono molti. Come i bip bip dei nostri segnalatori di retromarcia, sempre più insistenti e inquietanti all’avvicinarsi dello schianto. Possiamo evitarlo?